Conservazione digitale obbligatoria: cosa devi sapere per essere a norma

Conservazione digitale obbligatoria

La trasformazione digitale non è più una scelta, ma un obbligo. Ogni azienda, ente o professionista deve oggi fare i conti con le regole della conservazione digitale dei documenti, come previsto dal Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) e dal Decreto MEF del 17 giugno 2014 e dalle Linee Guida AgID. Ma quali documenti devono essere conservati? E in che modo?

Il quadro normativo di riferimento

Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD – D.Lgs. 82/2005)

Il riferimento principe in materia di documenti informatici è il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD – D.Lgs. 82/2005). All’art. 21, stabilisce che un documento informatico ha valore legale solo se ne sono garantiti:

  • l’autenticità,
  • l’integrità,
  • la leggibilità,
  • l’immodificabilità.

Questi requisiti evidenziano un obbligo imprescindibile: la conservazione.

Decreto Ministeriale MEF del 17 giugno 2014

Il Decreto Ministeriale MEF del 17 giugno 2014 disciplina le modalità di assolvimento degli obblighi fiscali relativi ai documenti informatici e alla loro conservazione. Tra i punti chiave:

  • conservazione con marca temporale opponibile a terzi,
  • obbligo di conservazione per qualunque documento fiscale digitale,
  • assolvimento dell’imposta di bollo solo in via telematica.

Linee Guida AgID sulla conservazione

Pubblicate il 10 settembre 2020 ed entrate in vigore dal 1° gennaio 2022, le Linee Guida AgID sulla Conservazione definiscono le regole operative e tecniche che ogni sistema di conservazione deve rispettare per essere conforme. In particolare:

  • stabiliscono la struttura dei pacchetti di archiviazione (SIP, AIP, DIP),
  • introducono il concetto di Responsabile della Conservazione e le sue responsabilità,
  • definiscono il contenuto del Manuale della Conservazione, documento fondamentale per attestare l’idoneità del sistema.

Quali documenti devono essere conservati digitalmente?

Tutti i documenti rilevanti ai fini fiscali, civilistici e probatori devono essere conservati digitalmente. In particolare:

  • fatture elettroniche (B2B e PA),
  • registri IVA, giornali contabili, inventari,
  • libri cespiti, libro soci, libro giornale,
  • contratti digitali,
  • documentazione doganale e accise,
  • documenti firmati digitalmente,
  • dichiarazioni fiscali, deleghe di pagamento (F24),
  • qualunque PDF o documento che abbia valenza legale (e che, nella maggior parte dei casi, si trova all’interno di un software gestionale).

Qualsiasi documento informatico che abbia valore legale o fiscale, se non conservato a norma, può essere considerato inesistente in sede di verifica tributaria o contenzioso.

Il paradosso del PDF

Il PDF è ormai il formato universale per condividere documenti, anche in ambito legale. Ma attenzione: un PDF non è automaticamente un documento giuridicamente valido nel tempo.

Il rischio è pensare che un documento in PDF sia sufficiente a garantire opponibilità a terzi. In realtà, un PDF può essere facilmente modificato e, se non è sottoposto a un processo di conservazione digitale, non offre nessuna tutela.

Infatti, la stampa del PDF è l’unico modo tradizionale per renderlo “opponibile a terzi”, ma con essa si perdono tutti i vantaggi della digitalizzazione.

La vera e unica alternativa alla stampa è la conservazione digitale a norma, che applica:

  • firma elettronica qualificata o digitale,
  • marca temporale,
  • struttura archivistica coerente con le Linee Guida AgID.

La firma digitale vale solo nel digitale

Un documento firmato digitalmente contiene metadati critici:

  • chi ha firmato,
  • quando ha firmato,
  • se il contenuto è stato alterato dopo la firma.

Tutti questi elementi sono contenuti nel file, non visibili nella versione stampata.

Stampare un documento firmato digitalmente equivale, quindi, a perderne la firma. La carta non può trasportare la validazione elettronica. Di conseguenza, un documento firmato digitalmente deve obbligatoriamente essere conservato in formato digitale, in un sistema che ne garantisca:

  • l’inalterabilità,
  • l’accesso nel tempo,
  • la leggibilità.

Cosa serve per conservare digitalmente a norma?

  • sistema di conservazione certificato e conforme alle Linee Guida AgID,
  • responsabile della conservazione, con manuale e procedura documentata,
  • pacchetti di archiviazione strutturati (SIP, AIP, DIP),
  • marca temporale e firma digitale,
  • conservazione entro i termini previsti (es. 3 mesi dalla presentazione del bilancio o chiusura dell’anno fiscale).

La digitalizzazione documentale non è solo una questione tecnica: è una vera e propria garanzia legale. Conservare digitalmente a norma significa tutelare l’azienda nel tempo, ridurre i rischi fiscali e migliorare l’efficienza interna.

Hai dubbi su come conservare correttamente i tuoi documenti digitali? Non sai se il tuo sistema è davvero conforme alle norme?

Affidati a chi lo fa ogni giorno, da oltre 10 anni, con competenza e tecnologia certificata. Contatta Digitalhub.

Share the Post: